L’autostima è quel valore che ognuno di noi attribuisce a se stesso. È quella fiducia che riponiamo nelle nostre capacità di affrontare tutto ciò che la vita ci offre.

L’autostima non è una condizione che si eredita e soprattutto non è statica. Non è un qualcosa che una volta raggiunta possiamo non pensarci più. E’ un processo continuo influenzato dall’ambiente circostante (famiglia, scuola, contesto sociale e culturale).

L’autostima ha un suo funzionamento specifico e degli ingredienti imprescindibili e fondamentali.

Solo continuando a rafforzarla e non dimenticando mai che la versione migliore di noi non è un punto di arrivo ma un continuo punto di partenza possiamo affrontare il nostro percorso di vita nel miglior modo possibile.

Esiste un’autostima globale che è quella sensazione generale di fiducia nelle nostre possibilità. All’interno di essa esistono quattro autostime specifiche, ovvero quattro diverse percezioni di valore nelle sfere esistenziali più importanti: la famiglia, il lavoro, le amicizie, la percezione corporea.

Maggiore è il grado di soddisfazione conquistato in queste quattro sfere, maggiore è il valore che attribuiamo a noi stessi.

Come aiutare un ragazzo con poca autostima, come aiutare un adolescente insicuro: dove cominciare

L’adolescenza è una fase di passaggio tra l’infanzia e l’età adulta.

È un periodo piuttosto lungo e importante della vita costituto da cruciali cambiamenti fisici e psicologici. Ci si riferisce spesso all’adolescenza come ad un periodo “difficile” della vita. In realtà non è sempre così ma sicuramente è un’età che richiede una particolare attenzione.

I cambiamenti rapidi e spesso radicali che si verificano in questa fascia di età determinano un profondo rimaneggiamento dell’identità del ragazzo o della ragazza.

Spesso gli adolescenti si trovano a transitare inconsapevolmente da una fase di spensieratezza tipica dell’infanzia, a una fase di preoccupazioni, maggiori impegni e incertezze.

Normalmente si suddivide l’adolescenza in 3 fasi:

  • Tra i 10 e 12 anni la prima adolescenza caratterizzata soprattutto dallo sviluppo puberale. Inizia la vita di gruppo e la ricerca di indipendenza dalla famiglia. Sono i primi segnali nella direzione della formazione della propria identità.
  • Tra i 13 e i 15 anni la seconda adolescenza durante la quale lo sviluppo somatico e puberale si completa. La vita di gruppo con i pari si consolida iniziano le sperimentazioni in ambito sessuale comportamenti trasgressivi (alcool, fumo). Facilmente i contrasti con il mondo adulto genitoriale si fanno più forti.
  • Tra i 16 e i 20 anni la terza adolescenza dove normalmente i comportamenti a rischio si riducono si costruiscono i primi legami di coppia e anche il rapporto con i genitori si fa meno conflittuale.

L’adolescenza può quindi essere vista come una nuova nascita dove il ragazzo/a si rinnova nella personalità e nell’aspetto attraverso cambiamenti rarissimi e per questo di difficile comprensione per loro e per la famiglia. In questa età di incertezza e grandi cambiamenti, sentirsi con una “scarsa” autostima è abbastanza normale e frequente quindi non è necessariamente una situazione problematica o patologica.

Non per questo però deve essere sottovalutata ma anzi lavorare sul suo consolidamento può essere la strada utile per evitare l’insorgere di situazioni più complesse, solo così possiamo aiutare un ragazzo con poca autostima o una ragazza con poca autostima. Ma come aiutare un adolescente insicuro nel suo percorso di crescita?

 

Suggerimenti che come genitori potete usare per aiutare vostro figlio/a a rinforzare la propria autostima.

Ma prima di vedere quali sono queste indicazioni vale la pena sottolineare un concetto fondamentale sul come aiutare un ragazzo con poca autostima:

L’autostima va nutrita sempre fin dalla primissima infanzia in modo tale che si possa arrivare all’età della adolescenza già con delle solide basi.

Avere solide basi permetterà al ragazzo di affrontare il cambiamento adolescenziale senza troppi scossoni e proseguire così nel suo cammino per la costruzione di una identità adulta solida ed equilibrata. Detto ciò, cosa possiamo fare nel concreto per aiutare un adolescente, un ragazzo con una scarsa autostima oppure una ragazza con poca autostima?

Innanzitutto dobbiamo riconoscere quali possono essere alcuni segnali che indicano la presenza di scarsa fiducia in se stessi:

  • Paura di non farcela espressa in termini di troppe paure e troppe domande
  • Tendenza continua a sminuirsi
  • Reazione negativa a critiche o giudizi che vissuti come attacco alla propria persona.
  • Ricerca continua di conferme e approvazione da parte degli altri
  • Preferenza per attività solitarie rispetto alla relazione con i propri coetanei
  • Sottovalutazione delle proprie capacità e risorse
  • Atteggiamento di rinuncia e passività
  • Paura dei cambiamenti
  • Incapacità nel tollerare i normali livelli di frustrazione
  • Bassi livelli di motivazione e interesse

Da un punto di vista dell’atteggiamento fisico si osserva inoltre una postura di chiusura, con spalle ricurve, tono di voce flebile, fatica nel guardare in faccia il proprio interlocutore e testa bassa.

Vi aggiungo una cosa importante alla quale molto spesso non si pensa. In alcuni casi la scarsa autostima dell’adolescente si manifesta attraverso comportamenti di spavalderia e aggressività. L’adolescente, quindi, esibisce sicurezza per soffocare la paura di non farcela.

Ne l’adolescente timido né quello spavaldo adottano le strategie indicate in modo consapevole ma le vivono come una parte di sé.

Una volta individuati questi segnali il passaggio utile è osservare noi stessi e vedere quali sono invece i nostri atteggiamenti, nella maggioranza dei casi inconsapevoli e involontari, per poterli poi correggere al fine fornirgli il nostro aiuto e supporto.

Un piccolo inciso in riferimento all’aiuto: non sempre aiutare corrisponde ad intervenire e fare qualcosa.

Spesso l’aiuto migliore che possiamo mettere in atto è fare un passo indietro e non fare nulla ma semplicemente osservare senza intervenire.

In altri termini evitare di assalire, chiedere, mettere pressione tenendo presente che la scarsa autostima consiste in una immagine di sé che si costruisce nel tempo e che per essere modificata richiede tempo.

Prima indicazione per aiutare un ragazzo con poca autostima: quanto siamo iperprotettivi?

Essere un genitore iperprotettivo significa sostituirsi al figlio rendendogli la vita facile e cercando di eliminare le difficoltà fino all’estremo di fare le cose al suo posto.

Lasciamo a nostro figlio il suo spazio di autonomia evitando di fare i genitori “spazzaneve” quelli che sgomberano la strada da ogni possibile ostacolo perché lui possa camminare senza fatica.

Affrontare le difficoltà della vita aiuta ad acquisire sicurezza in se stessi e sentire di essere riusciti in qualcosa con le nostre forze è un ingrediente fondamentale per l’autostima.

Seconda indicazione: rinforzate le loro risorse.

Troppe volte ci si concentra sugli aspetti negativi di un figlio, su quelli che sono i comportamenti sbagliati, su ciò che non fa come noi vorremmo perdendo di vista quelle che sono le sue risorse. Evitate di attaccarlo e ferirlo con continui commenti negativi e mettete invece in luce le sue potenzialità. Trasmettetegli l’idea che se anche ha dei limiti questi non sono un ostacolo insormontabile ma anzi possono essere un potente strumento di crescita. Attraverso il lavoro per superare i nostri limiti impariamo l’impegno, la responsabilità, la determinazione e la capacità di lottare per ciò che amiamo e desideriamo.

Terza indicazione: evitate continui paragoni

Molto spesso usiamo frasi del tipo “guarda tuo fratello… o segui l’esempio del tuo amico a scuola” . Questo atteggiamento alimenta vissuti di inadeguatezza e amplifica le fragilità interne. Fare confronti continui non serve assolutamente a nulla, se non a comunicare il vostro disappunto, il fatto che non siete felici di lui e che lo vorreste diverso. L’unico risultato di questo tipo di comunicazione è alimentare il suo sentirsi sbagliato.

Quarta indicazione: evitate di sminuire i loro vissuti

Molto spesso un adolescente non cerca un consiglio o una soluzione ma semplicemente una spalla su cui piangere. Evitate frasi del tipo “cosa vuoi che sia, vedrai che presto passerà… non mi sembra cosi grave..” soprattutto in tutte quelle  situazioni legate alla rottura di relazioni sentimentali o di amicizia: ricordate che per loro sono i primi lutti e il più delle volte non sono alla ricerca di soluzioni ma solo di una spalla su cui piangere e sfogarsi. Se ascolto senza sminuire i suoi vissuti si sentirà preso sul serio e imparerà ad aprirsi.

Quinta indicazione per aiutare un ragazzo con poca autostima: ogni tanto anche un complimento non guasta

In generale un ragazzo non va adulato di continuo dicendogli quanto è bravo anche solo per il fatto di esistere ma un bel ‘bravo sono fiero di te’ ogni tanto può essere un ingrediente positivo soprattutto quando riesce a superare i suoi limiti e le sue paure.

Sesta indicazione: chiediamo il loro parere

Ricordiamoci che sta crescendo quindi coinvolgiamolo di più nelle decisioni familiari e qualche volta chiediamo un parere o un consiglio anche solo banalmente su un vestito o su un mobile che vogliamo acquistare questo lo farà sentire importante e utile. Non imponiamo a priori il nostro punto di vista ma chiediamogli il suo parere e rispettiamo la sua posizione anche se diversa dalla nostra. In sintesi, non trattiamolo più come un bambino.

Settima indicazione: il rischio e lo sbaglio

Lo so che è difficile ma facciamogli correre qualche rischio e soprattutto lasciamolo sbagliare.

Imparare a sbagliare è il modo più rapido e veloce per apprendere. È impossibile riuscire perfettamente in ogni cosa, ciò che invece è possibile è focalizzarsi sulle possibili soluzioni permettendo al cervello di produrre migliori risultati. Se non abbiamo il coraggio di sbagliare, di fare errori, difficilmente riusciremo a superare gli ostacoli in qualsiasi ambito della vita.

Ottava indicazione: l’aspetto fisico

In adolescenza, è facile che i ragazzi non si piacciano fisicamente, si sentano brutti, abbiano paura di mostrare alcune parti del loro corpo e temano di essere derisi. Del resto, il corpo di un adolescente è in continuo mutamento che parla e spesso urla alimentando dubbi e preoccupazioni.

Non prendete mai in giro vostro figlio sui suoi difetti, non fate battute sarcastiche e non ridicolizzate il suo vissuto, ma aiutatelo a valorizzare le sue particolarità e ad apprezzarle gradualmente.

Qualche consiglio speciale per i genitori che vogliono aiutare un ragazzo con poca autostima

Anche la vostra autostima è importante. Un bravo genitore deve dimostrare ai propri figli che sta bene con se stesso:

  1. Ritagliatevi del tempo per voi.
  2. Fate qualche cosa che vi dia soddisfazione o di cui siete orgogliosi.
  3. Andate fuori a cena, leggete un libro, andate al cinema, fate una passeggiata, fate qualcosa che vi faccia stare bene.
  4. Passate del tempo con amici che vi capiscano e che vi aiutino a stare bene.
  5. Se i vostri figli sono cresciuti, incominciate a pensare a nuovi interessi da coltivare, anche insieme a loro, o a vecchi progetti che avevate abbandonato per questioni di tempo.

Il benessere di vostro figlio deriva dal vostro benessere. Maggiore sarà la resilienza che dimostrerete nell’affrontare i problemi della vita più lui assorbirà sicurezza, determinazione, consapevolezza dei suoi limiti e delle sue possibilità.

Aiutare un ragazzo con poca autostima è possibile!

“Tutto quello che dovrebbe essere fatto nei confronti dell’adolescenza è stimolare i giovani ad agire, non solo senza sostituirsi a loro ma, al contrario, alzando il tiro e facendo in modo che loro si meritino tutto quello che avranno, attraverso sforzi e fatiche. Quanto giunge con facilità non sembra importante, quello che viene conquistato acquista valore. Ritengo che questo possa essere considerato il messaggio fondamentale da dare agli adulti che si relazionano ai giovani.” (G.Nardone, Modelli di famiglia, Ponte alle grazie, 2001)

Questo è ciò che costruisce una sana autostima.

Promemoria

L’autostima non si eredita ma si costruisce e si impara: l’opinione che abbiamo di noi stessi può anche cambiare!

“La stima di Sè é il contenuto più profondo della vita umana”

Sàndor Màrai

 

Dott.ssa Lara Farinella

Psicologa-Psicoterapeuta e PsicoStylist
www.larafarinella.com