Sindrome della Crocerossina: un altruismo esasperato

L’altruismo e la disponibilità nei confronti delle altre persone sono tra le qualità morali più apprezzate e più ataviche dell’essere umano perché favoriscono, più o meno direttamente, le proprie possibilità di sopravvivenza e benessere. Prodigarsi per supportare emotivamente o concretamente le persone che amiamo o a cui siamo affezionati è sano ed utile alla nostra comunità di appartenenza. Ma esistono persone che manifestano una disponibilità esasperata e indiscriminata, ai limiti del sacrificio o dell’invadenza, aiutando chiunque ne abbia necessità o addirittura prevenendone i possibili bisogni. La sindrome della crocerossina ammorba soprattutto le donne, forse perché biologicamente più predisposte all’accoglienza e all’accudimento, ma anche gli uomini possono cedere a questo copione, nemico acerrimo dell’autostima.

Come si manifesta la Sindrome della Crocerossina

I sofferenti della Sindrome della Crocerossina assumono costantemente comportamenti soccorrevoli, protettivi e compiacenti volti a gratificare i loro “accuditi designati”; tendono a sacrificare i propri desideri e bisogni relegandoli sempre all’ultimo posto della graduatoria, a beneficio della condiscendenza e dell’accordo. Queste persone, pur di sentirsi utili e meritevoli di attenzione, possono arrivare ad accettare vere e proprie prepotenze da parte di partner, amici, familiari, conoscenti che si approfittano del loro bisogno di attenzione e approvazione.

Sindrome della Crocerossina: di chi è il vero bisogno?

Anche se non se ne accorgono, hanno più bisogno i sofferenti della Sindrome della Crocerossina di assistere gli altri, di quanto gli altri necessitino il loro aiuto. Certamente, chi viene spesso soccorso, agevolato e ammirato trae vantaggio dalla relazione con un sofferente della sindrome della crocerossina e si abitua facilmente alle sue preziose premure, arrivando a darle per scontate e in certi casi a pretenderne sempre di più. Ma anche i crocerossini traggono beneficio da questa dinamica di altruismo e disponibilità esasperati: ottengono attenzione e si sentono utili, importanti e capaci per qualcuno.

Sindrome della Crocerossina: la trappola

La trappola illusoria dei sofferenti della Sindrome della Crocerossina è la certezza di essere capaci di amare incondizionatamente ma l’essere umano, per sua natura, presenta sempre il conto dei propri sacrifici. Inconsapevolmente, i crocerossini pensano: “se mi prenderò cura di te, tu starai bene, me ne sarai grato e quindi mi amerai!”.

È come se sentissero in cuor loro che l’amore, il rispetto, la fiducia debbano essere guadagnati con impegno, fatica e rendendosi indispensabili. Non possono essere apprezzati se non accondiscendono, se si permettono di dissentire, se danno priorità a loro stessi. In questo copione fatale i crocerossini confondono l’attenzione con l’affetto, l’opportunismo con la fiducia, la delega con il rispetto: purtroppo, l’importanza che gli assistiti gli attribuiscono deriva da quello che i crocerossini fanno per loro e non da un reale apprezzamento.

Come guarire dalla Sindrome della Crocerossina?

Innanzitutto, riconoscendo l’esasperata bontà da cui si è afflitti e ricordando che anche la migliore qualità umana, se posseduta in sovradosaggio, è un potentissimo veleno; in secondo luogo, concedendosi la possibilità di scoprire la gerarchia dei propri bisogni e desideri; infine, allenandosi a correre in piccole dosi il rischio di essere rifiutati, esprimendo un’opinione dissenziente o evitando di adoperarsi come si è sempre fatto. Il rischio del rifiuto è l’unico antidoto alla velenosa dinamica sacrificale per bisogno di approvazione o amore. La certezza di non piacere a tutti e il coraggio di piacere soprattutto a se stessi è il miglior alleato dell’autostima.

“Nessun può obbligarti a sentirti inferiore senza il tuo consenso”

Eleanor Anne Roosevelt

La Sindrome della Crocerossina